piazza san luigi_napoli

STATO DEI LUOGHI

Nella città consolidata lo spazio pubblico per eccellenza veniva vissuto nella piazza, uno spazio per natura “aperto” ed “esterno”.

Piazza San Luigi nel quartiere Posillipo è frutto della crisi contemporanea dell’idea di spazio pubblico.

Non una piazza, ma un vuoto urbano irrisolto, privo di interazioni umane, se non quelle che si possono stabilire con un parcheggiatore abusivo e occasionale.

Assenza di identità, degrado urbano e asocialità i punti da risolvere

 

PROGETTO: SCAVO MULTIMEDI@LE

 

QUALITÀ ARCHITETTONICA

L’idea progettuale per la riqualificazione di Piazza San Luigi, definita forse la più brutta piazza di Napoli, architettonicamente parlando,  scaturisce da quella che è una delle suggestioni caratterizzanti della collina di Posillipo, e in generale della città: “ lo scavo tufaceo”.

Fatto tabula  rasa dell’esistente, tranne che per il vincolato monumento ai caduti, operando idealmente uno scavo, il risultato è un basamento che identifica la piazza creando ambiti mai fisici che coinvolgono l’esterno quanto l’interno (aprendo verso la strada e inglobando la fermata dell’autobus) con attrezzature e arredi urbani, a servizio di chi vi sosta e di chi la circumnaviga per raggiungere la propria abitazione.

Sedute, piani di appoggio, cestini per la raccolta differenziata, fioriere, feritoie per il posteggio ed il nolo delle biciclette trovano alloggio nel corpo basamentale, dal quale partono i sostegni per le pensiline che costituiscono il sistema di ombreggiatura “fisso”

Altro sistema di copertura, sfrutta pannelli scorrevoli su tiranti agganciati ad una struttura in acciaio. Il sistema di ombreggiatura risulta quindi flessibile rendendo possibile più varianti di accoppiamento dei pannelli in ragione dell’orientamento dei raggi del sole.

Risultato di un ulteriore “scavo” all’interno della piazza  sono gli “Atolli” concepiti come dei “Salotti  culturali ed interattivi”, luoghi di aggregazione pensati con particolare attenzione alle nuove tecnologie per la connessione in rete di dispositivi elettronici, quali pc, cellulari, lettori mp3 e quant’altro: multimediale unione dell’intera utenza.

Massima accessibilità e flessibilità gli elementi caratterizzanti il progetto.

 

QUALITÀ SOCIALE

La qualità sociale costituisce la base da creare affinché ci siano condizioni di sviluppo socialmente sostenibile.

La metropoli contemporanea è investita da continui e veloci cambiamenti che tendono, con la complicità della rete dei trasporti e delle nuove tecnologie virtuali, a separare (più che aggregare) le masse. Le nuove piazze sono i centri commerciali, luoghi vissuti contemporaneamente da migliaia di persone  che usano ma  non comunicano.

Ecco perché una piazza concepita come uno “scavo miltimedi@le”, che mette in collegamento, accessibile a tutte le categorie, e non una piazza “classicamente intesa” dove protagonista è l’arredo urbano e il mero abbellimento. 

Uno spazio della democrazia, dove tutti hanno uguali diritti di abitare, dove tutti gli scambi sociali avvengono e possono avvenire.

Gli atolli proposti sono i “nuovi salotti culturali” che si oppongono fortemente agli spazi senza luogo, i cyberspace, che azzerano si le distanze ma non permetteranno mai a due mani di sfiorarsi.

 

QUALITÀ AMBIENTALE

Particolare attenzione è stata posta alla questione ambientale, cercando di rendere il sistema autosufficiente dal punto di vista energetico, con l’inserimento di pannelli fotovoltaici sulle coperture delle pensiline per la produzione di energia elettrica per l’illuminazione e per alimentare  i totem interattivi, muniti di un sistema di monitoraggio del tasso d’inquinamento dell’aria che sarà reso noto ai cittadini attraverso display

La soluzione del  sistema di copertura “flessibile” in funzione dell’orientamento dei raggi del sole, scaturisce da un approccio bioclimatico che determina zone ottimali di ombreggiamento.

Per quanto riguarda la riduzione del tasso d’inquinamento si prevede l’introduzione di aree verdi all’interno della pavimentazione e del basamento,nel quale si prevedono feritoie per la raccolta dell’acqua piovana che andrà ad irrigare il verde del sistema; ulteriori feritoie sono per il deposito e il nolo delle bici, e per spazi dove allocare i contenitori per la raccolta differenziata.

La piazza così concepita verrebbe restituita alla città e ai suoi abitanti,  diventando il fulcro di una socialità differenziata senza barriere tramite un intervento sostenibile sia dal punto di vista economico, sociale e ambientale.